Venerdì Santo: mons. Perego (Ferrara-Comacchio), “siamo nel dolore e nel pianto” ma “il Dio crocifisso promette di asciugare le nostre lacrime”

“Siamo nel tempo del dolore, della morte e del pianto, dell’incertezza, dell’abbandono che, all’improvviso, sono ritornate sulla scena del mondo, del nostro mondo”, ma “il Dio Crocifisso che condivide il nostro dolore, la nostra morte promette anche di asciugare le nostre lacrime, di farci ritrovare la gioia, la pace e la speranza. La nostra fede ci chiede di guardare con le lacrime agli occhi il dolore di Cristo e dei nostri fratelli in Cristo, ma anche con la speranza che ‘veramente quest’uomo era il Figlio di Dio’”. Così mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nell’omelia della celebrazione del Venerdì santo. Nel ricordare che sotto la Croce erano rimasti solo Maria, la Madre di Gesù, due donne, Maria di Cleopa e Maria di Magdala, e Giovanni, il presule ha evidenziato la similitudine “tra i pochi sotto la Croce e al Sepolcro e i pochi che accompagnano al cimitero i morti di oggi. Per i morti di oggi, però, c’è la certezza che la morte di Gesù non è solo come loro, ma per loro, per la loro salvezza. La morte di oggi può essere appoggiata alla speranza cristiana. Non solo. La morte di oggi è appoggiata anche a un Dio che è diventato uomo e ci ha resi figli, fratelli”. Per questo, “adorare la Croce, affidare al Crocifisso le intenzioni di preghiera che riguardano tutti – la vita delle persone nella Chiesa e nel mondo, in particolare il Papa, i vescovi e i presbiteri, chi è catecumeno, chi vive un’altra esperienza di fede, chi non crede, chi sente particolarmente la sofferenza di oggi – è il segno che la morte di Gesù è per noi e per tutti”.

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