“Proprio in questi giorni nei quali la vulnerabilità e la fatica della speranza paiono lasciarci sospesi e le domande sul vivere e sul morire restano sospese, appaiono solidi i fili della tessitura del mistero dell’incontro. Tra gli uomini e tra essi e Dio”. Lo hanno scritto in un messaggio pasquale i vescovi delle Chiese che sono in Calabria. I vescovi constatano che “sembrare difficile pensare che ci possa essere qualcosa da festeggiare, in questi giorni vissuti da reclusi in casa, con i problemi di sempre, ma ora cresciuti così tanto che si fa molta più fatica a conviverci”. Infatti, “la mancanza di lavoro, le lacune di una sanità che si manifestano nel confronto tra Stato e Regioni, l’assedio della ’ndrangheta, che c’è e si sente benissimo, anche quando non si mostra, sono elementi che inquietavano già prima che il virus entrasse nelle nostre vite ed oggi hanno maggior peso, generando timori ed ansie, che anche i vostri pastori condividono con voi”. Tuttavia, evidenziano i presuli, “la nostra anima ha in sé l’energia e la luce dello Spirito del Risorto”, con la quale “vogliamo oggi e sempre annunciare e con essa vogliamo fronteggiare ogni tempesta e seminarla nel terreno arido della storia, d’ogni singola storia”.
Per i vescovi di Calabria “dovremmo raccogliere più spesso l’invito alla speranza soprattutto quando, al primo ostacolo, ci lasciamo cadere le braccia e alla prima prova scegliamo le vie più facili: quella di arrenderci o quella della fuga”, perché “la speranza è la faccia di Dio che si scopre di momento in momento, secondo il volto delle nostre disperazioni”. Da qui una certezza: “Cristo Risorto insegna e realizza: la vita trionfa, il mirabile duello tra morte e vita sarà vinto dalla vita” e “questo evento non lo si potrà cambiare, neppure una Pasqua con le chiese aperte solo per i celebranti e le manifestazioni della fede popolare sospese e rinviate”.