Pasqua 2020: mons. Sanguineti (Pavia), “accogliere la vita come un dono” generando “vita attorno a noi”

Un invito “a scoprire quali doni sono nascosti in questa Pasqua”, “singolare, segnata dal tempo dell’epidemia in corso”, “una Pasqua sofferta”. Viene da mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, in un suo messaggio per Pasqua, pubblicato sul settimanale diocesano “Il Ticino”. “Innanzitutto possiamo riscoprire il desiderio di essere presenti, di partecipare a quel gesto fondamentale che è celebrare il Signore, incontrare il Signore nella liturgia, nella Messa, nella preghiera corale e comunitaria: ce ne accorgiamo, le celebrazioni da casa, in tv, in streaming, sui social, offerte con dedizione da tanti sacerdoti, non valgono come l’esserci, perché ciò che avviene nella messa, nella liturgia non è una bella coreografia, una bella cerimonia, è l’accadere di un mistero e di una presenza. Forse non poter vivere di persona le celebrazioni, non poter da settimane andare a Messa e ricevere l’Eucaristia ridesta il desiderio di Gesù, il desiderio di essere comunità”.
Inoltre, “spogliati di tutto, attraverso l’aiuto sostitutivo delle celebrazioni seguite da casa, possiamo ritrovare il cuore profondo della Pasqua: guardare e rivivere nella memoria, nella preghiera, nell’ascolto della Parola, soprattutto del Vangelo, l’avvenimento di Gesù che muore per amore e che nella sua risurrezione apre un varco nel muro impenetrabile della morte”.
Infine, “al centro di questi giorni c’è il mistero di una vita che risorge e che vince la morte, proprio perché è una vita donata, non trattenuta, non tenuta per sé: così è stato per Gesù”. Allora, “vivere la Pasqua è accogliere la vita come dono: un dono di cui non siamo padroni e proprietari, in questi giorni lo tocchiamo con mano, un dono che cresce e diventa fecondo solo se è condiviso”. Per il presule, “tutti possiamo vivere così, nell’ordinarietà delle nostre giornate: nei rapporti in famiglia, nel perdono reciproco, nell’attenzione semplice a chi può avere bisogno di aiuto (anche solo una telefonata), nell’accettazione del presente che ora ci è chiesto di abbracciare. Nel vivere fino in fondo il compito che abbiamo nella società, nel lavoro: pensiamo all’opera preziosa e spesso nascosta di tante persone che in queste settimane stanno assicurando i servizi essenziali, pensiamo alla fedeltà e alla dedizione del personale sanitario negli ospedali, nelle strutture per anziani, e alla generosità dei numerosi volontari che in modo multiforme, cercano d’essere vicini ai senza tetto, alle persone più disagiate, agli anziani soli”. Chiunque, secondo le sue possibilità, conclude mons. Sanguineti, “può contribuire con la presenza, con un’offerta, con una disponibilità a questo immenso spettacolo di bene che sta accadendo nella nostra Italia. Anche questo è celebrare la Pasqua, generare vita intorno a noi”.

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