“Passata l’emergenza sarebbe un grave errore dimenticare ciò che è avvenuto, come se tutto fosse stato definitivamente superato. Il virus certamente verrà sconfitto ma anche l’uomo dev’essere risanato nel proprio cuore”. Lo ha scritto il vescovo della Spezia-Sarzana-Brugnato, mons. Luigi Ernesto Palletti, nel messaggio per le festività pasquali inviato alla diocesi.
“Quest’anno – osserva – celebriamo la Santa Pasqua dopo una Quaresima veramente inaspettata. Questo tempo di penitenza, infatti, è stato segnato dalla sofferenza per la malattia e dal dolore per la scomparsa di tanti fratelli e sorelle, avvenuta senza che ad essi potesse essere dato il conforto dei propri cari”. “A loro, assieme alla partecipazione ad un dolore così grande, va il personale ricordo nella preghiera”, prosegue il vescovo, sottolineando come “nel contempo grande è la generosità di coloro che si stanno adoperando per curare i malati, evitare ulteriori contagi e accompagnare tanti drammi, non solo fisici ma anche interiori e profondi, e nel soccorrere le nuove forme di disagio e di povertà che la situazione ha generato. A loro la più sentita gratitudine”.
“Certamente – aggiunge mons. Palletti – per tutti è risuonata con forza l’esperienza del nostro limite che, per quanto la scienza e la tecnica ci aiutino ogni giorno ad allontanarne i confini, prima o poi viene da noi incontrato, ci interpella suscitando antichi e sempre nuovi interrogativi sul senso della vita, sulla morte, sul dolore, sulla provenienza ed il fine dell’uomo, sulla nostra storia… Interrogativi che, come in ogni criticità, emergono e, anche se sopiti, sono però sempre presenti nel profondo del cuore umano”.
L’incontro con gli altri – “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40) – per il vescovo “chiede a tutti e a ciascuno uno stile di vita nuovo, una giustizia e un rispetto del creato nuovi, ma soprattutto il riconoscimento pieno della vita e della dignità di ogni uomo e di ogni donna; un rinnovato senso della comunità umana, libera da ogni individualismo, che si riconosca come comunità di fratelli nella paternità di Dio”. “Nell’evento pasquale – sottolinea – tutto ciò diventa possibile in virtù della redenzione dal peccato e dal male operata da Cristo crocifisso e risorto”. “Sono certo – conclude mons. Palletti – che ognuno avrà la possibilità di ritrovarsi in questa ‘luce pasquale’ con il compito e l’impegno di saper cogliere questa novità e questo dono di grazia”.