“Questo è il grande messaggio della Pasqua: chi vive come Gesù, donandosi corpo e anima con il suo stesso amore, è già nella vita eterna. La morte fisica sarà il passaggio per raggiungere Gesù risorto, con Maria e tutti i santi”. Lo scrive mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, nel messaggio pasquale alla diocesi. Nel richiamare il volto di Madre Teresa di Calcutta e dei santi “morti portando nel corpo i segni della loro dedizione ai fratelli e nel cuore l’amore divino di Gesù crocifisso e risorto”, con riferimento all’epidemia da coronavirus in corso, il presule annota: “Il male e la morte sono potenti, come si incarica di dimostrare questo virus devastante che sta insinuandosi anche nei i cosiddetti grandi della terra. Non dimentichiamoci, tuttavia, che ancora più devastanti sono i virus morali, i quali portano ad uccidere creature prima della nascita, a sfruttare i più deboli, ad imporre il dominio del denaro. Ma dal giorno di Pasqua il male e la morte non hanno più l’ultima parola. L’ultima parola ce l’ha Gesù, che sulla croce ha prosciugato tutto il veleno del male, bevendo l’amaro calice fino alla morte. Ma il terzo giorno è risorto con il suo corpo segnato dalle ferite del suo sacrificio supremo”. Di qui “il più intenso augurio pasquale: viviamo ogni giorno imprimendo nel nostro cuore e nel nostro corpo ferite d’amore. È la più grande grazia: giungere al termine del pellegrinaggio terreno assomigliando un po’ a Gesù, che non si è risparmiato nel portare l’amore di Dio in mezzo agli uomini. Ci accoglierà dicendoci: ‘Io ti conosco’”.