“Non avere paura e alimentare uno sguardo di fede capace di aprirsi alla speranza di una vita nuova che rinasce dalla croce”: è l’esortazione che arriva da mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e amministratore apostolico di Fabriano-Matelica, e contenuta nel suo messaggio per la Pasqua. La paura è il sentimento che, scrive l’arcivescovo, stiamo vivendo e percependo anche noi in questi giorni”. “Lo stesso che provarono le donne che, di buon mattino nel giorno dopo il sabato, andando al sepolcro trovarono la tomba vuota”.
“Gli scienziati dicono che una delle reazioni più tipiche registrate in questi casi di pandemia è proprio quella di sperimentare la paura, un’emozione primaria e fondamentale per la nostra difesa e sopravvivenza: se non la provassimo – afferma mons. Massara – non riusciremmo a metterci in salvo dai pericoli che incontriamo nella vita. Abbiamo paura del contagio, di ammalarci e di contagiare i nostri cari, paura di un ricovero forzato, paura di morire e di rimanere soli, paura di perdere affetti importanti e di non poterli salutare, paura di non avere da mangiare, di non poter uscire, di perdere il posto di lavoro, paura di non poter tornare alla vita di sempre, paura su paura. Tutte queste angosce si sono aggiunte a quelle che ci accompagnano ordinariamente: paura del disastro ambientale, dei terremoti, degli esperimenti genetici in laboratorio, paura del vicino, del diverso, paura dell’immigrato e del povero, paura del terrorismo e della guerra, paura su paura”. Nonostante queste paure, l’arcivescovo chiede ai fedeli “di ascoltare la risposta dell’angelo alle donne spaventate: ‘Non abbiate paura’. Un invito a pensare a Cristo in un modo diverso e completamente nuovo che richiede di reimpostare il rapporto con Lui. Un po’ come le nuove modalità di rapporto che abbiamo dovuto inventarci, con fantasia e intraprendenza, in questo tempo di forzato isolamento sociale”. Per mons. Massara “non bastano più le logiche umane, un toccare e un vedere limitati dalle paure, ma deve immettersi nel nostro oggi la novità che trasfigura il nostro dolore e la nostra angoscia poiché Gesù ‘è stato risuscitato’. Per vedere e comprendere tutto questo, dobbiamo passare dal ragionamento alla fede, dal calcolo all’abbandono totale nelle mani del Creatore”.