“Buona Pasqua non significa che tutto andrà poi sempre bene, che verremo a capo di tutti i problemi, di tutti i mali (incluso il male che è in noi, e che si chiama peccato), delle sofferenze e fragilità di cui facciamo esperienza anche in questi giorni. Buona Pasqua vuol dire, invece: fídati di Dio”. A ricordarlo nella sua lettera di Pasqua è il vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti. Fidarsi “perché Egli rende possibile anche nella tua, nella nostra vita, ciò che vedi e credi in Gesù: vincere la morte non cercando di scansarla, ma trasformandola in dono di amore; affrontare il dolore e la fragilità con fiducia in Dio e nella carità fraterna; andare verso il futuro, che non risparmia ombre e incertezze, senza cercare di ‘difenderti’ a tutti i costi, e provando invece a donarti, sapendo che il ‘futuro” ha per te, per noi, il nome di Dio, e della vita piena che Egli ci dona in Gesù Cristo”. Senza dubbio, scrive il vescovo, “dentro il nostro ‘buona Pasqua’ ci sta perfettamente l’augurio della fine dell’emergenza sanitaria, della guarigione dei malati, di un allentamento delle tensioni e difficoltà con le quali stiamo facendo i conti da tempo. In definitiva, la Pasqua non annuncia forse la gioia, la vita, dopo i giorni del dolore e della tribolazione?”. Per mons. Gianotti se “dovesse l’emergenza prolungarsi o finire presto, ci sarà possibile sempre vivere da uomini e donne della Pasqua, e in ogni cosa sperimentare la fedeltà dell’amore di Dio, come lo ha sperimentato Gesù Cristo”.