Nella diocesi di Ascoli Piceno, il Pas, (Polo accoglienza e solidarietà, 17 associazioni attive in diversi modi nel sostegno alle povertà del territorio), sognato dal vescovo Giovanni D’Ercole e inaugurato lo scorso novembre grazie alla sinergia con la Fondazione Carisap, prosegue la sua attività, pur nel rispetto delle norme igienico-sanitarie imposte dalla pandemia da coronavirus. Quando la mensa dei poveri ha dovuto chiudere la cucina, i volontari si sono dati da fare per garantire ogni giorno l’approvvigionamento e la distribuzione di circa 70 pasti che aumentano quotidianamente attraverso la distribuzione di cestini preparati in modalità sicura e rispettosa delle norme igieniche. Le suore benedettine di clausura di Sant’Onofrio cucinano un primo piatto; un supermercato prepara il secondo; i panifici consegnano il pane del giorno prima ma anche pizze; il fruttivendolo porta frutta fresca; qualche negozio di gastronomia, ora chiuso al pubblico, offre olive all’ascolana. Gli operatori del centro d’ascolto garantiscono una finestra di attenzione telefonica dalle 9 alle 19, tutti i giorni della settimana. L’Emporio della Caritas diocesana ha organizzato una distribuzione di pacchi con generi alimentari basilari, necessari per una settimana, del valore di circa 50 euro: ogni sabato tutte le famiglie bisognose ricevono due scatoloni. Per i soggetti considerati “fragili”, è prevista la consegna a domicilio. All’orizzonte si sta presentando la possibile ondata di richieste di aiuto che la crisi economica, conseguente al blocco prolungato di tutte le attività, provocherà nei prossimi mesi. A questo proposito, durante uno dei video incontri con i sacerdoti, il vescovo D’Ercole ha lanciato un invito a contribuire a favore delle famiglie in difficoltà. I sacerdoti hanno risposto con varie proposte, decidendo poi in comunione di effettuare un’offerta in libertà proprio a Caritas diocesana.