Via Crucis: quinta stazione, “Simone di Cirene è il mio compagno di cella”

Foto Calvarese/SIR

“Dentro le carceri Simone di Cirene lo conoscono tutti: è il secondo nome dei volontari, di chi sale questo calvario per aiutare a portare una croce; è gente che rifiuta la legge del branco mettendosi in ascolto della coscienza”. Così un detenuto – nella quinta stazione della Via Crucis, presieduta dal Papa sul sagrato della basilica di San Pietro – attualizza la figura dell’uomo che ha aiutato Gesù a portare la croce nella strada verso il Calvario. “Simone di Cirene, poi, è il mio compagno di cella”, continua: “L’ho conosciuto nella prima notte trascorsa in carcere. Era un uomo che aveva vissuto per anni su una panchina, senza affetti né redditi. La sua unica ricchezza era una confezione di brioches. Lui, goloso di dolci, ha insistito perché la portassi a mia moglie la prima volta che è venuta a trovarmi: lei è scoppiata a piangere per quel gesto tanto inaspettato quanto premuroso”.

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