“Come educatrice penitenziaria vedo entrare in carcere l’uomo privato di tutto: viene spogliato di ogni dignità a causa delle colpe commesse, di ogni rispetto nei confronti di sé e degli altri”. Lo testimonia un’educatrice del carcere “Due Palazzi”, autrice della decima stazione della Via Crucis, presieduta dal Papa sul sagrato della basilica di San Pietro. “Sono queste le creature sospese che mi vengono affidate: degli uomini inermi, esasperati nella loro fragilità, spesso privi del necessario per comprendere il male commesso. A tratti, però, assomigliano a dei bambini appena partoriti che possono ancora essere plasmati. Percepisco che la loro vita può ricominciare in un’altra direzione, voltando definitivamente le spalle al male”.