“Solo se saremo capaci di perdono come Gesù, con il cuore di Gesù, potremo edificare giorno dopo giorno un mondo riconciliato, in cui nessuno resta abbandonato, ciascuno si sente accolto, a tutti è offerto il dono di poter riprendere la propria vita. È il mondo che vorremmo uscisse da questa prova e di cui cogliamo i segni nella dedizione con cui tanti si stanno prendendo cura dei sofferenti”. Lo ha affermato oggi pomeriggio il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, durante la celebrazione della Passione del Signore, commentando – attraverso la lettura evangelica – le ultime parole di Gesù. “Oltre il confine del tempo, oltre la lacerazione della morte, un orizzonte di pienezza di vita attende tutti coloro che si affidano all’amore di Gesù. Lo pensiamo in particolare per i morti di questi giorni, cui sono mancati i riti del distacco umano, ma non è mancato l’abbraccio del Crocifisso”. E ancora: “Una serena fiducia in Dio è ciò che colma il cuore di Gesù al momento della morte, in totale coerenza con l’abbandono totale al Padre che ha caratterizzato l’intera sua vita. Consegnando lo Spirito sulla croce, attraverso il Padre, Gesù lo trasmette ai discepoli, perché diventi anima della missione. Dalla croce di Gesù scaturisce la nostra missione, una testimonianza di amore e di servizio ai fratelli, come è stata la vita di Gesù”.