“Oggi a Gaza è il giorno della Via Crucis e della venerazione della Croce. È il giorno di Giuseppe di Arimatea e di Nicodemo, che raccolsero il corpo di Gesù sotto la croce, lo avvolsero nella sindone e lo deposero nel sepolcro. È il giorno in cui preghiamo e consoliamo Maria, vedova e madre di Gesù, suo unico figlio”. È il Venerdì di Santo dei cristiani di Gaza nelle parole del parroco latino della chiesa dedicata alla “Sacra Famiglia”, padre Gabriel Romanelli. La Striscia di Gaza è uno dei tanti Calvari dell’umanità di oggi. Calvari lunghi anni, che non vedono resurrezione e rinascita. Ma dove comunità esigue di cristiani – a Gaza sono circa 1000, di cui solo 117 cattolici, su 2 milioni di abitanti – celebrano la Resurrezione attendendo la rinascita della loro terra segnata da guerre e da tensioni. Tutto avrà luogo oggi nel tardo pomeriggio, in streaming, per l’emergenza coronavirus. “Prepariamo la statua del Corpo di Gesù con l’incenso e lo portiamo, accompagnato da candele e da musiche ad hoc suonate da due scout, dalla chiesa verso il nostro cimitero attiguo alla parrocchia, dove – spiega al Sir padre Gabriel – abbiamo allestito il sepolcro e dove abbiamo ornato le altre tombe con dei fiori. Chiuso il sepolcro torniamo in chiesa dove preghiamo e ‘salutiamo’ la solitudine di Maria che in tal modo vogliamo confortare per la perdita del suo unico figlio”. “Oggi – sottolinea il parroco – è il giorno in cui ricordiamo i dolori e le sofferenze della Madre di Gesù e madre nostra. Le porteremo fiori e incenso. Salutata Maria, aspetteremo la Resurrezione che celebreremo domani sera, nella Veglia, e domenica, nella Messa solenne. Poi sarà il tempo di visitare le famiglie per portare doni, cioccolato, uova e l’acqua benedetta il Sabato santo”.