“La situazione di pandemia planetaria che stiamo vivendo, ci fa toccare con mano che la torre del benessere economico e della potenza dei social media, è una struttura fragile e incapace di tessere relazioni e solidarietà. In breve tempo sembra tutto crollato, come nella parabola lucana dell’uomo ricco che aveva ottenuto un raccolto abbondante: costruirò magazzini più grandi, mi riposerò, mangerò a sazietà, mi darò al divertimento. ‘Stolto, questa notte ti sarà richiesta la tua vita’”. Lo scrive mons. Luigi Marrucci, vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, nel messaggio in occasione della Pasqua. “Nel contagio virale – avverte il presule – non dobbiamo vedere il castigo divino per un’umanità malvagia, come qualcuno potrebbe pensare. La Pasqua di Gesù ci ricorda ancora che Dio non ci ha abbandonati”. Di qui l’esortazione a cogliere “questo momento favorevole per interrogarci e fare luce sui nostri comportamenti, perché la Pasqua, vissuta quest’anno senza riti liturgici, renda la nostra vita un ‘sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è il culto spirituale’ delle persone risorte”. “È il mio augurio – prosegue la lettera – che accompagno con la preghiera, perché il Signore benedica e sostenga questa amata Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia”. Infine il ringraziamento “a tutti gli operatori sanitari e alle autorità civili e militari che stanno gestendo, con competenza e generosità, l’attuale situazione di emergenza”, e “un abbraccio fraterno a tutti, in particolare ai miei sacerdoti, alle persone consacrate, ai malati, agli anziani, a quanti sono soli e dimenticati”.