“Se il Signore Gesù ci ha amato fino a versare il suo sangue per noi, per darci una nuova vita oltre la morte, affrontiamo con speranza questa e tutte le altre prove che incontreremo, ma facciamolo insieme, senza paura, sapendo che Egli ha cura di noi, sempre”. Mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia, conclude così il suo messaggio pasquale. Nel richiamare le parole del Papa nella preghiera dello scorso 27 marzo in una piazza S. Pietro deserta e buia, il presule sottolinea che Francesco ha indicato che “tutti e ciascuno siamo importanti, nessuno va scartato, si deve combattere per la vita di tutti. E lo dobbiamo fare insieme, altrimenti la barca non va avanti”. La nuova solidarietà scattata tra le persone di fronte al pericolo comune “è una reazione positiva, molto umana e molto evangelica, che va conservato anche per i prossimi mesi”, osserva Ghizzoni, ma deve espandersi “ben oltre i confini del nostro paese o della stessa Europa, e non per una sola malattia benché grave e pericolosa”. In questa Quaresima “siamo stati un po’ tutti in quarantena”, ma visto “quello che patiscono molti nostri fratelli, non abbiamo il diritto di lamentarci più di tanto. Chi ha il diritto di farlo, purtroppo, sono quelli che piangono per la morte di un parente o un amico, un nonno o un giovane: a questi dobbiamo dare consolazione e aiuto, con la vicinanza concreta”. Per Ghizzoni la risposta a tutti i mali è la resurrezione di Cristo: “Lui nel dono della vita del suo Figlio fatto uomo e nella sua risurrezione, ha iniziato a rinnovare il mondo e a sconfiggere sia il male maggiore, la morte, sia tutti gli altri mali”.