Coronavirus Covid-19: mons. Di Donna (Acerra), ai sindaci, “burocrazia non rallenti erogazione benefici economici. Si rischia guerra tra poveri”

Mons. Antonio Di Donna

Un forte “appello” ai sindaci delle città che insistono nel territorio della sua diocesi – Acerra e Casalnuovo, in provincia di Napoli; Arienzo, Cervino, San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta – “perché gli aiuti economici che il governo ha previsto”, per far fronte all’emergenza, “siano al più presto erogati”. Lo ha lanciato il vescovo di Acerra, mons. Antonio Di Donna, durante l’omelia della Messa in Coena Domini, celebrata senza popolo in cattedrale ieri sera, Giovedì Santo, e trasmessa in diretta streaming.
Il presule ha ripreso l’appello in una lettera inviata stamattina ai sindaci, nella quale innanzitutto li ringrazia “per gli sforzi” compiuti “nell’affrontare questo tempo difficile di emergenza, in particolare al fine di evitare l’allargarsi del contagio, e i cui risultati sono evidenti nel numero ridotto delle persone colpite dall’epidemia, per le quali preghiamo costantemente”.
Ma a mons. Di Donna sta a cuore anche l’emergenza sociale conseguenza di quella sanitaria, legata al lockdown.
“Dobbiamo fare presto per affrontare la crisi sociale ed economica drammatica che inevitabilmente già sta accompagnando quella sanitaria – scrive stamattina il vescovo ai sindaci -. Sarebbe imperdonabile il rischio di lasciare senza viveri la nostra gente a causa di parametri e criteri che rispondono alla prassi burocratica piuttosto che alle reali esigenze delle persone e al momento di eccezionale drammaticità”.
Di qui l’appello: “La burocrazia non rallenti l’erogazione dei benefici che il Governo centrale ha previsto per far fronte alla crisi: nessuno si renda responsabile di lasciare letteralmente ‘affamati’ i fratelli in difficoltà per stare dietro a cavilli burocratici, con il rischio gravissimo di lasciare ancora una volta nelle casse della burocrazia soldi destinati, in questo specifico caso, addirittura al necessario per la sopravvivenza della gente”.
Il presule ricorda: “Il peso della crisi comincia a farsi insostenibile anche per le nostre Caritas, che, nonostante l’abnegazione e la buona volontà dei volontari, non reggono alle file interminabili di chi attende per un buono spesa. Su questo fronte, ogni minuto perso nelle maglie spesso troppo strette della burocrazia è benzina per una nuova guerra dei poveri, che si presenterà presto alle nostre porte se ritardiamo ancora. Non sia escluso nessuno: si mettano tutti nella condizione di ricevere questi benefici economici”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa