Coronavirus Covid-19: Fnopo, “Cura Italia discrimina ostetriche escludendole da bonus baby-sitting e fondo solidarietà”

Il decreto Cura Italia “discrimina ancora una volta la categoria delle ostetriche che, quale professionista inserita legittimamente nel comparto sanitario, merita analogo trattamento di quelle menzionate nel provvedimento: medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico, tecnici di radiologia, operatori sociosanitari”, affermano le componenti del comitato centrale della Federazione nazionale ordini professione ostetrica. La Fnopo esprime sconcerto per la mancata approvazione di un emendamento che prevedeva “il riconoscimento del bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting anche per le ostetriche, nonché per gli assistenti sanitari, i tecnici sanitari della prevenzione e le altre professioni sanitarie e sociosanitarie di cui alla legge n. 3 del 2018 e per gli ausiliari addetti alla sanificazione” e parla di “ulteriore e grave discriminazione” delle istituzioni verso la professione ostetrica che, “anche nelle complesse circostante di emergenza epidemiologica in cui opera, continua a garantire l’appropriatezza e la continuità assistenziale alle donne, ai nascituri anche dove mancano adeguati presidi di protezione e lo fanno pur sapendo di rischiare per sé e per le proprie famiglie”.
A questo si aggiunge “un profondo sdegno per la scandalosa esclusione della maggior parte dei professionisti sanitari dal Fondo solidarietà, iniziativa di solidarietà riconosciute in favore dei famigliari di medici, personale infermieristico e operatori sociosanitari”, sottolinea Maria Vicario, presidente Fnopo,secondo la quale le istituzioni continuano  a operare discriminazioni tra operatori sanitari e sociosanitari, a livello nazionale nei benefit di cui all’articolo 25 del DL “Cura Italia” e a livello regionale attraverso l’esclusione da misure previste in diverse ordinanze. Per questo, la Fnopo ha chiesto al presidente della Conferenza Stato Regioni, Stefano Bonaccini, e ai tutti i Governatori di regioni italiane e province autonome di “predisporre che le suddette ulteriori misure siano estese a tutti gli operatori sanitari e sociosanitari e quindi anche alle ostetriche”.

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