Anche durante questo periodo di emergenza sanitaria ed isolamento forzato a causa dell’epidemia di coronavirus Covid-19, prosegue l’abituale invio della lettera di mons. Lorenzo Leuzzi ai giovani della diocesi di Teramo-Atri che, per il mese di aprile, si concentra su quella che definisce “un’esperienza storica davvero unica. È la prima malattia globale, che coinvolge tanti popoli”. Il vescovo augura a tutti di amare e servire questo tempo senza timore, sottolineando come il virus sia spaventoso perché invisibile ai nostri occhi: “Vediamo con i nostri occhi la sofferenza di tanti ammalati e la morte di tanti nostri fratelli e sorelle. Sentiamo il dolore e la sofferenza di intere famiglie”, scrive mons. Leuzzi. “Eppure – prosegue il vescovo – pensavamo che la natura fosse più benigna e che la scienza potesse proteggerci. Invece no! Stiamo constatando che il mondo è sì bello, ma non così protettivo”. Nelle parole della preghiera di Papa Paolo VI in occasione del funerale di Aldo Moro del 13 maggio 1978 – “Signore, tu non hai esaudito la nostra supplica!” –, il vescovo della diocesi aprutina evidenzia come non sia una sconfitta di Dio, viceversa un incoraggiamento a non fuggire questo tempo drammatico e avvincente: “È il nostro tempo e non quello che vorremmo o avremmo voluto”. Un invito a camminare con i piedi per terra, consapevoli che la malattia, così come la morte, appartengono all’umanità e che Dio non si prega solo per risolvere i problemi: “Io non mollo, Signore! Non vado a cercare altrove progetti di vita! Sarà, allora, davvero Pasqua!”. L’ingresso in una nuova storia con il Risorto, non restando passivi di fronte ai limiti della natura e della scienza, attivandosi per offrire soluzioni per risolvere i problemi della comunità. “Ancora per qualche tempo resteremo lontani e separati per motivi di prevenzione sanitaria, ma saremo uniti con il Risorto per costruire insieme una società nella quale correremo insieme non verso utopie, ma verso la pienezza della nostra esistenza nel tempo e nello spazio e oltre il tempo e lo spazio”, le parole di mons. Leuzzi che conclude: “Questa pienezza è il Risorto!”.