“Il Signore parla a tutti noi, anche oggi; ci parla nell’afflizione del momento presente; ci invita a quel ‘senso di responsabilità’ che nasce dall’affidamento alla sua misericordia; ci sprona a ritrovare fiducia, concordia, condivisione, unità d’intenti”. Lo ha detto mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, nell’omelia della messa della Trasfigurazione nella Basilica dei Santi Quattro Coronati, a Roma, che ha celebrato ieri in diretta tv e senza fedeli presenti per l’emergenza Coronavirus. “Il nostro pensiero va a quanti sono colpiti dal Coronavirus e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio – ha aggiunto il vescovo -; a quanti sono giustamente preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica. E, ancora, alle famiglie e ai bambini che, nella loro fragilità, non devono subire le nostre paure”. Dal presule lo sguardo anche a “tutti ‘i disperati’ della terra costretti ad abbandonare la propria terra a causa dell’assurda violenza di cui spesso l’uomo è capace”. Quindi, l’invito affinché “il tessuto delle nostre comunità non sia sfilacciato dallo sconforto”. “La luce della Trasfigurazione è impegno e testimonianza operosa – ha concluso il vescovo -. Tutto viene vivificato da un’esistenza rinnovata”.