“Vicinanza, gratitudine e speranza”. È quanto esprime mons. Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), in un messaggio diffuso oggi e indirizzato a tutti i militari. Nel testo l’arcivescovo castrense abbraccia “i malati, i familiari delle vittime dell’infezione, i contagiati, coloro che vivono il tempo di una sofferenza inattesa, della separazione dalle persone care, della solitudine nella quarantena” e ringrazia coloro che lavorano “per curare e prevenire questa malattia ma anche per affiancare, sostenere, difendere tutti coloro che si trovano in difficoltà”. “Come nei momenti più critici della storia del nostro Paese – scrive mons. Marcianò – i militari sono in prima linea, nonostante i rischi concreti, la fatica talora sproporzionata, le difficoltà non sempre prevedibili. Lo sono tutti i militari medici, infermieri e operatori sanitari, continuando con costanza e dedizione un lavoro indispensabile e instancabile e offrendo il loro apporto a zone più martoriate. Lo sono i tanti militari che, come sempre, rappresentano un punto di riferimento per la popolazione, rispondendo a chiamate, richieste, paure della gente; coloro che sono posti a custodia delle zone di sicurezza; quelli che aiutano il viaggio di malati o persone con problematiche. Lo sono anche i nostri militari che lavorano all’estero e si trovano a doversi confrontare anche con questa emergenza accanto alle tante altre che il loro compito richiede. Lo sono i militari che hanno impegni istituzionali e che, accanto alle Forze dell’Ordine e ai Responsabili della cosa pubblica, assieme ai tanti volontari, quali i membri della Croce Rossa, devono organizzare e gestire l’emergenza, prendendo quotidianamente decisioni impegnative, delicate e difficili”. Da mons. Marcianò arriva anche una parola di speranza: “Stiamo vivendo un’esperienza inedita, che ci lascia attoniti e ci obbliga a riflettere, a concentrarci sull’essenziale, a riscoprire la bellezza delle relazioni umane e familiari, a ritrovare lo spazio dell’interiorità, a volgere lo sguardo al Signore, nella preghiera di supplica e di fiducia, chiedendo l’aiuto materno della Madonna, come i nostri padri hanno saputo fare nei momenti difficili delle calamità naturali e nei versanti più drammatici della storia”. “Oggi più che mai – aggiunge – abbiamo bisogno di sentirci fratelli; ne abbiamo bisogno come il pane e come il Pane Eucaristico. La storia di questo virus, con le restrizioni imposte, ci sta ricordando il valore della vita, di ogni suo attimo e del suo orizzonte di eternità, ben superiore a guadagni personali e bilanci pubblici, e ci sta insegnando che possiamo fare a meno di tante cose superflue, persino di tante cose utili… Ma non possiamo fare a meno gli uni degli altri! Chi è solo ha paura e non ritrova motivi per sperare. E allora grazie, grazie, grazie a voi, militari, perché con il vostro esserci date speranza concreta a molti”.