“La condizione clinica, di salute e sociale creatasi nel nostro Paese per l’azione del coronavirus è certamente molto seria ed inedita. È una condizione non vissuta nei tempi recenti, imprevista ed imprevedibile, che ci riporta alle difficoltà sociali, familiari, personali, vissute nella seconda guerra mondiale e quindi non vissute dalla maggior parte della popolazione vivente in Italia”. Lo sottolinea Aldo Bova, presidente del Forum sociosanitario. “Per uscire dalla condizione difficile generatasi, che può porre finanche dinanzi a scelte etiche, difficilmente accettabili, di decidere il tipo di persona ammalata da salvare in relazione alla sua prospettiva di vita, giustamente si chiede l’aiuto dei cittadini per contribuire a ridurre e poi bloccare il diffondersi del contagio”, aggiunge.
Il Forum delle associazioni sociosanitarie, che riunisce dieci grandi associazioni del mondo cattolico – Associazione italiana pastorale sanitaria, Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, Associazione medici cattolici italiani, Movimento per la vita, Unione cattolica farmacisti italiani, Movimento cristiano lavoratori, Associazione Difendere la vita con Maria, Associazione religiosa istituti sociosanitari, Unitalsi, Uneba -, “sta lavorando e desidera con decisione e vigore dare incisivamente il proprio contributo operativo, comunicativo e formativo culturale, affinché si ottengano risultati positivi presto nel bloccare la sindrome Covid 19”.
Innanzitutto, occorre “far capire alla gente la necessità di seguire le giuste norme igieniche, di rispettare le giuste distanze fra le persone, di evitare assolutamente i contatti”. Dopo aver ringraziato “i medici e gli infermieri del Ssn per l’opera meravigliosa e, direi, eroica, che stanno svolgendo per salvare vite umane in un clima non conosciuto e non ben chiaro”, Bova mette “a disposizione le proprie strutture operative, comunicative, educative, di indirizzo sociale per le necessità in campo” e chiede “alle autorità sanitarie di insistere e continuare nel creare posti di terapia intensiva sufficienti per le impreviste ed imprevedibili esigenze, ad evitare scelte non accettabili, sotto il profilo etico, dei pazienti da trattare”.
Il presidente del Forum evidenzia la necessità di bloccare la diffusione del panico “con una comunicazione giusta, onesta, precisa ed equilibrata”. Il panico, osserva Bova, “crea ulteriore numero di ammalati: ammalati di ansia e ammalati seri di coronavirus, perché il panico, per documentate situazioni bioumorali ingenerate, riduce la forza del sistema immunitario”. È utile anche “accompagnare le persone, in questo momento di ritiro sociale, a non restare appiccicate alle notizie sul coronavirus, ma a leggere, suonare, cantare, dipingere per tenere impegnate aree del cervello, che possono rendersi utili per stimolare in positivo il sistema immunitario”. Un invito anche ad “aiutare la gente ad avere speranza, rivolgendosi al Padreterno, padrone della vita”.