“Le donne rappresentano il 51,3% della popolazione italiana, mentre a livello mondiale sono poco meno della metà rispetto agli uomini. L’Italia è una nazione prevalentemente in rosa, specialmente se si considera la popolazione dai 40 anni in su, quando aumenta progressivamente la componente femminile e diminuisce quella maschile. Eppure, ancora oggi in Italia le donne sono discriminate”. Lo si legge nell’indagine condotta da Eurispes e resa nota alla vigilia della Giornata internazionale della donna. Le disparità fra uomini e donne si riscontano, secondo la ricerca, “sul lavoro, dove il tasso di partecipazione femminile al mercato occupazionale ci colloca penultimi nella classifica europea, dove emergono pesanti divari tra gli stipendi medi maschili e femminili, anche a parità di posizione, dove le donne sono spesso costrette a lasciare il posto di lavoro con l’arrivo di un figlio o a rinunciare alle progressioni di carriera”. Differenze anche nel mondo dell’istruzione, “dove le studentesse ottengono risultati eccellenti, spesso migliori dei propri coetanei di sesso maschile, si assiste ad una discriminazione dettata da uno stereotipo di genere che limita le donne nella scelta dell’ambito di studio: discipline come quelle scientifico-matematiche vengono ancora considerate una prerogativa prettamente maschile”. Disuguaglianze anche in famiglia, “con una netta disparità di genere nella distribuzione dei tempi e dei ruoli di cura: il 22% della giornata di una donna è dedicata al lavoro familiare, percentuale che scende al 9% per gli uomini (dati Istat)”.
L’indagine è pubblicata all’indirizzo https://eurispes.eu/news/eurispes-donne-8-marzo-una-festa-a-meta/.