“Il cammino spirituale di questa Quaresima ha assunto una forma inedita a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. La nostra Chiesa locale di Ancona-Osimo, pur vivendo con angoscia questo momento, trae forza dalla luce della fede per il combattimento spirituale con i mezzi che da sempre vengono indicati: la preghiera, il digiuno e la carità”. Lo scrive l’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Angelo Spina, in un messaggio rivolto ai fedeli della diocesi, nel quale si ribadisce che la Chiesa locale accoglie le disposizioni delle autorità “atte a fronteggiare l’emergenza su tutto il territorio nazionale” a tutela “del bene comune e della salute pubblica”. Il vescovo quindi dispone che “tutte le chiese restino aperte per la preghiera individuale. Sia esposto alle porte della Chiesa il vademecum con le norme igienico-sanitarie in allegato al Decreto sopracitato”. “Sono consentite le celebrazioni liturgiche feriali e festive, purché il luogo di culto consenta di rispettare le misure di precauzione ritenute fondamentali dalle autorità competenti, in particolare quella di mantenere almeno un metro di distanza tra le persone”. Valgono altresì le indicazioni già fornite dai precedenti comunicati: “Omissione del segno dello scambio di pace, ricezione della Comunione sulla mano e svuotamento delle acquasantiere”.
Fra le altre disposizioni, “vengono sospese le attività pastorali non sacramentali rivolte a gruppi di fedeli (per esempio, la catechesi dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, i corsi di preparazione al matrimonio e di accompagnamento delle coppie, i ritiri e gli esercizi spirituali, i pellegrinaggi…) fino al 15 marzo. “Particolare attenzione andrà riservata alle categorie più deboli”. Le comunità parrocchiali, in particolare, sono invitate a non interrompere le attività dei servizi caritativi, coordinandosi con la Caritas diocesana. “In spirito di comunione, la Chiesa di Ancona-Osimo, assicura la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica”.