“Celebrare la festa di una comunità” è “l’occasione per riprendere consapevolezza della nostra identità più profonda, come singoli, e come fraternità, nella gioia di essere amati e redenti dal Signore, arricchita dalla certezza di avere un santo patrono, nel vostro caso Sant’Isaia, che prega e intercede per voi e il vostro cammino formativo qui a Roma dal cielo e dalla comunione dei santi”. Lo ha affermato quest’oggi il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, durante l’omelia nella celebrazione eucaristica per la festa del Collegio Sant’Isaia dei padri Antoniani maroniti a Roma. “La fraternità della vita religiosa scaturisce da una comune chiamata del Signore, di cui ciascuno si è messo in ascolto e che lo ha portato a vivere in una comunità”, ha detto il porporato. “Colui al quale ci siamo donati è il Crocifisso: il cammino quaresimale che tutte le Chiese stanno vivendo, pur con differenza di tradizioni e calendari, ci rimette ogni giorno sulla strada verso il Calvario, guardando a Colui che è stato trafitto a causa dei nostri peccati, prendendoli su di sé perché ne fossimo liberati e potessimo vivere da redenti: il Signore davvero è la nostra salvezza”. Il cardinale ha osservato ancora: “La Chiesa maronita è nata come Chiesa monastica, ha saputo vivere sulla montagna come ha potuto scendere nelle valli ed aprirsi ad una dimensione più grande: il Signore le doni di saper discernere i segni dei tempi ed intuire a quale vocazione singolare essa è chiamata nell’oggi del Libano, del Medio Oriente e del mondo intero”.