“Il coronavirus e la difficile scelta per combatterlo e vincerlo, il riscaldamento climatico con la sua crisi ecologica radicale globale pare ci balbettino la prospettiva di una probabile fine dell’umanità. Ci hanno dato da bere l’acqua tirata fuori dal pozzo delle bugie con il secchio delle fake news. Anche noi ce ne siamo dissetati. Il prezzo di tali menzogne è una ingigantita sindrome del contagio universale attaccatasi come una zecca velenosa sulla nostra pelle. Perdonaci, pertanto, Padre, se schiacciati dal peso delle onde oceaniche delle nostre paure e fragilità, non abbiamo più ascoltato la tua voce”. Lo scrive mons. Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù, ripetendo il suo corale “Perdonaci”, nel testo composto per la Giornata di preghiera e di digiuno che la diocesi vivrà oggi per arrestare il coronavirus, ma anche per chiedere la pioggia. Quella pensata dal vescovo è un’occasione corale e accorata di preghiera al Signore, perché protegga la vita del suo popolo e la renda vivibile. “Ti chiediamo di farci abitare nella rete del tuo amore. Lo sai bene che non si tratta di un infantile capriccio”, evidenzia il presule che parla di “un bisogno filiale tanto cresciuto in questi giorni”.
“In punta di piedi e senza mascherina sul volto – continua la preghiera – vogliamo raggiungerti. Lo facciamo con la preghiera, il canale più potente della fede”. Nella preghiera si confessano “ansia, paura del futuro, scoraggiamento, passività, immobilismo”, per i quali unico rimedio e unico antidoto sono la preghiera e, in questo tempo speciale di Quaresima, il digiuno orante e generoso proposto appunto dalla Giornata diocesana.