Italia divisa in due dalla mancanza d’acqua. Al nord sta infatti migliorando la situazione; al sud, invece, la siccità cresce. Il bilancio è stato reso noto oggi dalla Anbi (l’Associazione che raccoglie gli enti di bonifica ed irrigazione). “L’anticipo di piogge dai caratteri primaverili – si legge in una nota –, pur ristorando le campagne, non ha sostanzialmente mutato la condizione delle riserve d’acqua, preoccupante nelle zone meridionali del Paese, dove le scarse precipitazioni si accompagnano a temperature miti, favorevoli ad un anticipo dei cicli colturali”.
Anbi segnala in particolare la gravità della situazione in Puglia (il deficit è aumentato di quasi 5 milioni di metri cubi; ora le risorse disponibili ammontano a circa 141 milioni di metri cubi: meno della metà rispetto ad un anno fa”. La situazione è invece leggermente migliorata in Basilicata, dove manca all’appello, però, oltre il 30% delle disponibilità idriche di un anno fa, analogamente a quanto sta accadendo in Calabria. A “macchia di leopardo” la situazione idrica in Sicilia.
Le condizioni migliorano man mano che si risale verso nord (Abruzzo, Lazio, Marche), nonostante il calo delle precipitazioni, soprattutto in Umbria. In Sardegna, c’è complessivamente maggiore disponibilità di acqua rispetto allo scorso anno.
La portata del fiume Po si conferma sotto la media storica, ma superiore ad un anno fa, mentre il livello delle acque nel fiume Adige è inferiore solo al 2014 nello scorso quinquennio. Idricamente più ricchi di un anno fa sono i fiumi piemontesi. “Rimane anomala – dice ancora Anbi –, la situazione dei grandi bacini del nord con il lago Maggiore ed il lago di Garda rispettivamente al 76,5% ed al 97,1% della capacità di riempimento, mentre il lago di Como permane sotto lo zero idrometrico e quello d’Iseo, pur in rialzo, resta sotto media del periodo”. Di fronte ad un quadro di questo genere, l’Anbi ha chiesto la massima attenzione al consumo di acqua oltre che il coordinamento di tutti gli enti di gestione.