“Cari giovani, non lasciatevi rubare questa sensibilità! Possiate sempre ascoltare il gemito di chi soffre; lasciarvi commuovere da coloro che piangono e muoiono nel mondo di oggi”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale della Gioventù 2020, che si celebra a livello diocesano in tutto il mondo il prossimo 5 aprile, Domenica delle Palme, sul tema: “Giovane, dico a te, alzati!” (cfr Lc 7,14). Elogiando la capacità dei giovani di “saper con-patire”, il Pontefice ricorda loro “quanti si donano con generosità quando le circostanze lo richiedono”. “Non c’è disastro, terremoto, alluvione che non veda schiere di giovani volontari rendersi disponibili a dare una mano. Anche la grande mobilitazione di giovani che vogliono difendere il creato dà testimonianza della vostra capacità di udire il grido della terra”. Parole cui segue una conclusione di Papa Francesco: “Se saprete piangere con chi piange, sarete davvero felici”. Nelle parole del Pontefice la vicinanza si fa “gesto coraggioso affinché l’altro viva”. Un “gesto profetico”. Osservando poi che “anche voi giovani potete avvicinarvi alle realtà di dolore e di morte che incontrate”, il Papa incoraggia i giovani a “toccarle e generare vita come Gesù”. “Questo è possibile, grazie allo Spirito Santo, se voi per primi siete stati toccati dal suo amore, se il vostro cuore è intenerito per l’esperienza della sua bontà verso di voi”. Dal Papa, quindi, una missione affidata ai giovani: “Se sentite dentro la struggente tenerezza di Dio per ogni creatura vivente, specialmente per il fratello affamato, assetato, malato, nudo, carcerato, allora potrete avvicinarvi come Lui, toccare come Lui, e trasmettere la sua vita ai vostri amici che sono morti dentro, che soffrono o hanno perso la fede e la speranza”.