“La tragica situazione dei profughi siriani ai confini dell’Europa orientale non può essere spenta e taciuta dalla vicenda del Covid-19 che, pur grave, è la sola ad occupare i media”. Lo afferma oggi padre Mauro Lazzarato, superiore regionale degli Scalabriniani dell’area Europa e Africa . “Non si tratta di sommare tragedia a tragedia – sottolinea – ma di spezzare il vortice del dolore che offusca il cuore dell’uomo e nella paura crea ulteriori steccati tra noi e loro. Non si possono tacere morti e condizioni di vita inumane causate dalla mano dell’uomo verso altri uomini”. Gli Scalabriniani denunciano, per coloro che hanno voce ma non possono esprimerla, “una situazione politica internazionale che presiede ad un conflitto innescato per egemonie territoriali”, che “sta generando da tempo ondate di spostamenti forzati di persone che né per terra né per mare riescono a trovare un approdo per scampare alla morte certa causata dai bombardamenti. Le tragiche immagini di respingimento di un gommone in mare sono solo l’ultima parte di una lunga serie di accadimenti che vedono altri morti in mare e nel campo profughi di Moria sull’isola di Lesbo per annegamento e denso sovraffollamento”. Chiedono perciò che l’Europa “istituisca al più presto quanto è necessario per far fronte a questa emergenza per salvare vite umane in mare e in terra, chiuda gli accordi ricattatori con la Turchia e riporti in sede Onu la vicenda della Siria”. E che la Chiesa italiana, “promotrice del dialogo tra le Chiese del ‘Mediterraneo frontiera di pace’, coordini quanto richiesto nell’appello di tre cardinali ai vescovi europei: ricollocare in Europa i rifugiati di Lesbo”.