(da New York) Joe Biden conquistando nove Stati è il vincitore del Super Tuesday (il super martedì), le primarie democratiche che coinvolgono ben 14 Stati e si confermano tappa decisiva nella corsa alla nomination dello sfidante di Trump. Al secondo posto si piazza Berni Sanders con quattro delegati. Elizabeth Warren e Michael Bloomberg rimangono indietro e non catalizzano i voti dei democratici che avevano supportato Pete Buttigieg e Amy Klobuchar, ritiratesi dalla corsa a poche ore uno dall’altra.
I delegati conquistati dai contendenti sono persone selezionate per rappresentare gli interessi degli elettori di quello Stato alla convention di luglio. I delegati vengono assegnati agli Stati in base alla popolazione totale, quindi la California, fortemente popolata, ha molti più delegati di uno stato scarsamente popolato come lo Utah. Servono 1.991 delegati su 3.979 per vincere al primo turno la convention democratica.
A questi si affiancano i cosiddetti “superdelegati”, leader di partito o funzionari eletti che possono votare qualunque candidato e non è vincolato dalla scelta dell’elettorato statale.
Se il processo di nomina democratica si ridurrà ad un confronto tra Joe Biden e Bernie Sanders, i prossimi mesi saranno una resa dei conti tra gli unici due candidati che hanno di fatto costruito una base stabile e considerevole: Sanders con giovani elettori (in particolare i sudamericani) e Biden con vecchi elettori (in particolare gli afroamericani). In un’epoca in cui i partiti sono in crisi e deboli e il voto delle primarie sempre più spezzato tra molti candidati, i due saggi della politica americana hanno scelto di costruire una base che sia reale, resiliente e pronta a votare con decisione.
Il Super Tuesday, comunque, non è solo primarie, perché gli elettori dell’Alabama, dell’Arkansas, della California, della Carolina del Nord e del Texas hanno scelto anche i loro candidati per il Congresso. In Alabama, sotto l’egida repubblicana si è candidato Jeff Session, l’ex procuratore generale che aveva investigato il presidente sulle interferenze russe in campagna elettorale. In Texas, invece, si è candidato un membro della dinastia Bush, Pierce Bushm, nipote di George H.W. Bush, rappresentante di un conservatorismo ancora compassionevole.