Entrare nella Quaresima non significa “obbedire alla rubrica, ma celebrare con la vita la nostra reale e graduale conversione: la desidera la nostra coscienza, la può compiere la parola di Dio, l’attende chi da noi chiede di essere santificato”. Comincia così la lettera che il vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, mons. Gerardo Antonazzo, ha inviato a presbiteri e diaconi della diocesi per il tempo di Quaresima e Pasqua 2020. Il messaggio pone al centro la Parola, “fondamento del nostro ministero” scrive mons. Antonazzo. E aggiunge: “Parlare di fede, conversione, santificazione, efficacia, grazia, salvezza… non avrebbe senso se non in riferimento alla potenza della Parola”, in un “cammino comune di conversione” insieme ai laici. “Non è una Parola che informa, ma è Parola che cambia, dà forma nuova all’esistenza di chi l’accoglie”, sostiene ancora il presule, che poi lancia al clero una proposta concreta: “Sogno che in ogni presbiterio zonale nel tempo di Quaresima si possa concordare mezz’ora al giorno in cui ogni presbitero entri in contemporanea nel deserto del silenzio interiore per restar in ascolto della Parola del giorno. Intorno alla Parola ‘ruminata’ crescerà una più fraterna e ‘divina’ comunione spirituale tra di noi”. “Sarebbe come costruire insieme una lectio divina comunitaria, per arricchire anche la nostra predicazione”, aggiunge il vescovo di Sora, che conclude invitando il presbiterio alla messa crismale dell’8 aprile, con il rinnovo delle promesse, “illuminati e trasfigurati dall’ascolto quotidiano, sul Tabor della nostra intimità orante”.