Secondo i vescovi e le organizzazioni umanitarie tedesche Misereor ed Adveniat, la lettera post-sinodale di Papa Francesco “Querida Amazonia”, pubblicata a febbraio, non pone fine ai dibattiti sulla riforma della Chiesa. Davanti ai giornalisti riuniti per la quotidiana conferenza stampa presso la Erbacher Hof di Magonza, nel corso dell’Assemblea plenaria primaverile della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), erano presenti l’arcivescovo di Bamberga, Ludwig Schick, commissario per la Chiesa mondiale della Dbk, e il vescovo di Essen e vescovo militare, mons. Fran Josef Overbeck, vescovo dell’organizzazione di assistenza per l’America Latina, Adveniat. Anche dopo la pubblicazione di “Querida Amazonia” la questione dell’ordinazione degli uomini sposati è ancora pertinente, ha affermato mons. Overbeck. Anche l’arcivescovo Schick, si è soffermato sul quarto capitolo della lettera del Papa sul ruolo delle donne e su una possibile ordinazione sacerdotale di uomini sposati, che ha portato a “discussioni controverse”. “Alcune critiche sembrano esagerate se si legge il documento finale del Sinodo e la scrittura post-sinodale”, ha detto Schick. “Querida Amazonia” non sostituisce il documento finale, ma piuttosto il Papa invita a leggere il documento finale del Sinodo, in cui sono elencate le richieste concrete, attentamente e per discuterne ulteriormente: il Papa, sottolinea Schick, dice di “ascoltare opinioni contrastanti e risolvere costruttivamente conflitti all’interno della chiesa”, perché, “come Papa, cerca di portare con sé l’intero spettro del cattolicesimo”.
L’arcivescovo di Bamberga ha aggiunto che questa era anche la preoccupazione del cammino sinodale verso il futuro della vita della Chiesa in Germania: “sono fiducioso che presto raggiungeremo risultati fruttuosi qua e là e che diventeremo sempre più una chiesa credibile, socialmente impegnata e missionaria”. La questione dell’ordinazione sacerdotale femminile, ha ribadito Schick, “non è aperta”, in quanto Papa Francesco ha chiarito che San Giovanni Paolo II, con la lettera “Ordinatio sacerdotalis”, ha escluso la consacrazione alle donne.