Donne e bambini: WeWorld, più poveri ed esclusi a sud e centro-est. Povertà economica e educativa strettamente intrecciate

Un’Italia spaccata in due, con disuguaglianze tra donne, bambini e bambine, da un lato, e popolazione di sesso maschile, dall’altro; al divario tra Nord e Sud si aggiunge quello tra Nord e Centro-Ovest, da una parte, e Centro-Est e Sud, dall’altra. È quanto emerge da “Mai più invisibili”, il nuovo Indice 2020 di WeWorld sulla condizione di donne, bambini e bambine diffuso oggi dopo l’annullamento, causa emergenza coronavirus, della presentazione al  Senato. Mentre il Nord e il Centro-Ovest riescono ad assicurare buoni e/o sufficienti livelli di inclusione per donne e popolazione under 18, garantendo condizioni di vita che si avvicinano a quelle di altri paesi europei, la parte centro-orientale dell’Italia e quella meridionale si stanno allontanando progressivamente. Donne, bambini e bambine residenti in Calabria (ultima regione in classifica) vivono infatti uno svantaggio doppio rispetto ai loro omologhi residenti in Trentino Alto Adige (prima regione in classifica) con un divario tra le due regioni calcolato in 9,3 punti. Nel dettaglio, la classifica finale vede al primo posto il Trentino-Alto Adige (valore Index di inclusione pari a 4,8), seguito da Lombardia (3,4), Valle d’Aosta (3,4), Emilia-Romagna (3), Lazio e Friuli Venezia-Giulia (2,1), Veneto (1,9), Toscana (1,6), Liguria (1,5), Piemonte (1), Marche (0). Nella parte bassa della classifica (Index in negativo) le Regioni del Centro-est e Sud Italia tra cui Abruzzo (-1,3), Molise (1,5), Sardegna (-2,6), Puglia (-3,5), Campania (-3,9), Sicilia (-4,3). Fanalino di coda la Calabria (-4,5). L’Indice conferma che la povertà femminile incide sull’inclusione/esclusione dei minori e che povertà economica e povertà educativa si intrecciano strettamente.

 

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