“Sollevando lo sguardo al contesto nazionale e nonostante le notevoli potenzialità tecnologiche, oggi si rileva una certa fatica a comunicare l’importanza dei propri patrimoni culturali attraverso l’uso delle nuove tecnologie che invece offrono fondamentali strumenti per introdurre linguaggi narrativi che stimolino fruizione e partecipazione”. Lo ha detto mons. Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, intervenuto oggi pomeriggio a Torino all’incontro dedicato ai “Cinque anni di Mediacor”. “Le esperienze di ‘racconto’ sembrano ancora relegate a progetti sperimentali piuttosto che a un piano strategico a lungo termine”. Ma – osserva mons. Viganò – “stanno emergendo sempre più numerose le proposte per raccontare i beni culturali mediante la tecnica dello storytelling e il ricorso alle nuove tecnologie”. Secondo il vice cancelliere della Pas, gran parte del patrimonio audiovisivo del mondo è già stato “irrevocabilmente perso” a causa di “abbandono, distruzione, deperimento dei supporti”. “La mancanza di risorse, competenze specifiche e strutture sta impoverendo così la memoria dell’umanità”. La proiezione presentata riguarda il fatto che “molto altro andrà perso se non si intraprende un’azione internazionale più forte e concertata: si stima che non restino più di 10-15 anni per trasferire i documenti audiovisivi in digitale e prevenire così la loro perdita”. Da qui viene indicata “l’urgenza di sensibilizzare sempre più verso politiche di maggior impegno nella digitalizzazione del patrimonio storico documentario audiovisivo, diffondendo queste pratiche quanto più possibile anche nel contesto ecclesiale, e a tutti i livelli, lavorando alla definizione di riferimenti e standard condivisi”.