Coronavirus Covid-19: Migrantes, a Bergamo in via di guarigione un cappellano della Sierra Leone. “A rischio badanti e infermieri”

C’è anche un sacerdote della Sierra Leone, cappellano della comunità afro-anglofona di Bergamo, tra le persone ricoverate a causa del coronavirus. Don Luis Corona ha rischiato la vita: è stato in rianimazione prima all’ospedale Gavazzini dell’Humanitas di Bergamo, poi a Busto Arstizio e poi all’ospedale di Garbagnate. Da alcuni giorni è in via di guarigione, accolto in una struttura sanitaria cattolica,  insieme ad altri cinque sacerdoti. La comunità cattolica conta già due morti filippini e numerosi infermieri stranieri risultati positivi. A Bergamo, una delle province più colpite dal coronavirus, “in questa fase non abbiamo alti numeri di stranieri contagiati perché sono giovani – racconta al Sir don Sergio Gamberoni, direttore della Migrantes di Bergamo – ma c’è preoccupazione per le badanti che lavorano a stretto contatto con gli anziani. Sia le une che gli altri hanno paura. Tra le categorie più in sofferenza abbiamo i lunaparkisti e i giostrai. Noi lavoriamo con la Caritas, le istituzioni pubbliche, aiutiamo i parroci e i comuni con i mediatori culturali. La rete sociale è forte e facciamo fronte alle emergenze”. L’ultimo provvedimento del governo nei confronti dei più fragili è quindi ben accolto: “Come Chiesa di Bergamo avremo la possibilità di integrare la parte scoperta – spiega -. Ma siamo convinti che l’emergenza sociale inizierà tra qualche settimana, per cui stiamo mettendo da parte dei fondi”. La Caritas di Bergamo è sempre aperta e vicina a tutti ed ha accolto anche il personale sanitario arrivato dal resto d’Italia. Intanto dalla rete Caritas – che ha ricevuto dalla Cei 10 milioni di euro per l’emergenza ed ha attivato una raccolta fondi – arrivano le ultime notizie sui tanti interventi di queste ore: a Ragusa la Caritas porta solidarietà ed aiuti materiali alle famiglie straniere isolate nelle campagne. A Rosarno, gli operatori sostengono centinaia di migranti lavoratori delle campagne, bloccati nella tendopoli di San Ferdinando, oramai strapiena. A Foggia e a Manfredonia i volontari Caritas portano quintali di cibo fresco, dolci e pasta alle migliaia di persone che vivono nei ghetti. A Crema sono stati ospitati i medici cubani e a Venezia è attivo un sostegno telefonico psicologico. A Milano i servizi di Caritas ambrosiana sono aperti per garantire la quarantena ai senza dimora e ai detenuti che lasciano il carcere.

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