“Esprimo la solidarietà di Al-Azhar a tutti i Paesi e tutti i popoli del mondo che stanno combattendo la diffusione di questa epidemia”. Sostenere coloro che in queste ore stanno dando soccorso alle vittime e aderire ciascuno personalmente e con responsabilità alle regole del contenimento dell’epidemia sono “un dovere religioso e umanitario, ma anche un’applicazione pratica della fratellanza umana”. È il messaggio che ieri sera lo sceicco Ahmad Al-Tayyeb, Grand Imam di al-Azhar, l’università punto di riferimento del mondo sunnita con sede al Cairo, ha rivolto in diretta tv. Nel videomessaggio – arrivato questa mattina da al-Azhar al Sir – il Grand Imam, afferma: “Il mondo oggi vive in un grande terrore e in un’angoscia intensa, a seguito della rapida diffusione dell’epidemia di Coronavirus, che ha causato il contagio e la morte di centinaia di migliaia di persone e ha travolto il corso della vita normale in tutto il mondo. In queste dure condizioni, Stati, popoli, individui, istituzioni, ciascuno di noi, tutti abbiamo la responsabilità di fare la nostra parte nella lotta contro questa epidemia, contenendola e proteggendo l’umanità dai suoi pericoli”. Nel messaggio, Al-Tayyeb ricorda “con grande orgoglio e apprezzamento, gli enormi sacrifici che stanno facendo medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari, coloro che rischiano la loro stessa vita per affrontare questa sfida per l’intera umanità”. Questi grandi sforzi fanno sperare di poter sconfiggere questa epidemia. Ma “il nostro successo in questa battaglia”, aggiunge il Grand Imam: “Dipende principalmente dalla nostra determinazione” a seguire con “risoluta decisione” e “rigore” le regole che le autorità competenti hanno previsto come la cura dell’igiene personale, l’adesione alla distanza sociale e a rimanere a casa, la sospensione delle preghiere del venerdì e dei gruppi, con l’impegno però a svolgere la preghiera nelle case senza radunarsi. Tutti questi insegnamenti e altri – sia in Egitto che in qualsiasi altro Paese – “sono imperativi legali” e non attenersi a queste regole è, secondo anche la legge islamica, “un peccato”.
Il messaggio si conclude con l’auspicio che la comunità scientifica, studiosi e ricercatori, trovino al più presto un trattamento per la cura di questo virus e con una preghiera al Dio Misericordioso: “Questo è il mio messaggio ai nostri fratelli che sono stati colpiti dal Coronavirus in Egitto e in tutto il mondo: siamo con voi con i nostri cuori e le nostre suppliche. Preghiamo Dio – Gloria sia a Lui – perché dia a tutti una pronta guarigione e accolga tutti coloro che sono morti a causa di questa malattia, dando alle loro famiglie e ai loro cari pazienza e conforto”.