“Le scuole e le università che utilizzano sistemi di didattica a distanza non devono richiedere il consenso al trattamento dei dati di docenti, alunni, studenti, genitori, poiché il trattamento è riconducibile alle funzioni istituzionalmente assegnate a scuole e atenei”. Lo sostiene il presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, nella lettera inviata al ministro dell’Istruzione, al ministro dell’Università e della ricerca e al ministro per le Pari opportunità e la Famiglia per illustrare gli obiettivi del provvedimento che ha approvato in materia, cioè uno specifico atto di indirizzo che individua le implicazioni più importanti dell’attività formativa a distanza sul diritto alla protezione dei dati personali. E lo fa per “fornire a scuole, atenei, studenti e famiglie indicazioni utili a un utilizzo quanto più consapevole e positivo delle nuove tecnologie a fini didattici”. Soro ricorda che “il contesto emergenziale in cui versa il Paese ha imposto alle istituzioni scolastiche e universitarie, nonché alle famiglie stesse, l’esigenza di proseguire l’attività didattica con modalità innovative, ricorrendo alle innumerevoli risorse offerte dalle nuove tecnologie”. “È una soluzione estremamente importante per garantire la continuità didattica”. E tuttavia – sottolinea il Garante – “le straordinarie potenzialità del digitale non devono indurci a sottovalutare anche i rischi, suscettibili di derivare dal ricorso a un uso scorretto o poco consapevole degli strumenti telematici, spesso dovuto anche alla loro oggettiva complessità di funzionamento”. Considerando che, spesso, per i minori che accedono a tali piattaforme si tratta delle prime esperienze di utilizzo di simili spazi virtuali, Soro indica come “anche quest’attività vada svolta con la dovuta consapevolezza”. La volontà è quella di “assicurare al mondo della scuola e dell’università un supporto utile alla gestione della didattica on line”.