La vicepresidente della Commissione per i valori e la trasparenza, Věra Jourová, ha tenuto una teleconferenza venerdì con le grandi piattaforme virtuali (Google, Facebook, Twitter, Microsoft, Mozilla e Edima) per una verifica sulle azioni di contrasto alla disinformazione ai tempi del coronavirus, secondo il Codice di condotta sulla disinformazione, che queste piattaforme hanno sottoscritto. Lo sforzo compiuto dai giganti del web si è mosso nel senso di un “maggiore accesso alle informazioni autorevoli, come Oms e autorità sanitarie nazionali”, oltre alla rimozione di contenuti dannosi. Vengono rimosse “grandi quantità di notizie false legate alla salute” e “annunci relativi ai dispositivi di protezione come le maschere”. Secondo la commissaria, serve però che “si condividano i dati pertinenti con la comunità di ricerca e controllo”, si collabori con le autorità degli Stati membri e si condividano campioni di contenuti rimossi. “Accolgo con favore le misure forti adottate dalle piattaforme e sostengo il loro approccio”, ha dichiarato Jourová, “ma bisogna fare di più”: le piattaforme “devono intensificare gli sforzi per applicare pienamente le loro nuove politiche e offrire maggiori prove del funzionamento delle loro misure”. Per altro verso occorre “rafforzare la nostra capacità analitica e coordinare meglio la risposta alle informazioni dannose”.
Dalle piattaforme l’indicazione che si mantenga un’alta qualità di informazioni sui siti autorevoli e in tutte le lingue. Per tutta risposta la Commissione – che ha lanciato un sito web dedicato alla risposta al coronavirus – oggi ha definito anche una sezione dedicata alla lotta alla disinformazione relativa alla pandemia di coronavirus, fornendo materiali per decostruire falsi miti e operare il cosiddetto fact-checking. In questa lotta alla disinformazione, anche il Servizio europeo per l’azione esterna sta lavorando con “l’analisi sulla diffusione della disinformazione sulla pandemia da fonti e attori esterni”.