Coronavirus/Nel mondo: Stati Uniti, maggior numero di contagi. Pechino, “pronti a lavorare insieme”
Gli Stati Uniti sono il Paese con il maggior numero di casi al mondo di coronavirus. Gli ultimi dati della Johns Hopkins University parlano di almeno 532.788 casi nel mondo, quasi 86.000 negli Usa. Nel mondo sono almeno 24.077 le persone morte con coronavirus, la maggior parte in Italia. In questo contesto, la Cina, primo Paese al mondo a fare i conti con l’emergenza coronavirus, è pronta a fornire supporto agli Stati Uniti. Lo ha assicurato il leader cinese Xi Jinping al presidente americano Donald Trump, nel corso di una telefonata. “Un colloquio molto positivo”, ha reso noto il leader Usa in un tweet, spiegando – scrive AdnKronos – di aver “discusso in dettaglio del coronavirus, che sta devastando grandi parti del nostro pianeta. La Cina ne ha passate tante e ha sviluppato una forte comprensione del virus”. “Lavoriamo insieme strettamente, grande rispetto”, ha affermato Trump. Xi, riferisce l’agenzia ufficiale Xinhua, ha detto di seguire con attenzione e “preoccupazione” gli sviluppi della situazione negli Usa. L’Organizzazione mondiale della sanità vede peraltro “segnali incoraggianti” in Europa anche se l’impressione è che continui inarrestabile la diffusione del coronavirus nel mondo. In tutto i malati si avvicinano al mezzo milione, 6 su dieci in Europa, e i decessi ai 20mila. Anche Paesi che finora si ritenevano ai margini della pandemia ora hanno ammesso che la situazione sta peggiorando. È il caso del Giappone, che dopo essersi rassegnato al rinvio dei Giochi olimpici ha lanciato un allarme e ha bloccato gli arrivi dall’Europa, mentre il giorno dopo aver proclamato un lockdown di una settimana e aver interrotto il traffico aereo dall’estero il Cremlino nega che in Russia quella del Covid-19 si possa considerare un’epidemia. Su Agi si legge della situazione in Italia, dove, dopo la frenata di mercoledì, tornano ad aumentare i casi di coronavirus. Il nuovo bilancio della Protezione Civile parla di 80.539 casi totali, 6.153 in più rispetto alla giornata precedente, che aveva fatto registrare 5.210 nuovi casi. I decessi invece salgono di 662 unità a quota 8.165 (683 in più il giorno precedente). Le persone attualmente malate sono 62.013 (4.492 in più in 24 ore), i guariti 10.361 (999 in più in 24 ore). I ricoverati in terapia intensiva sono 3.612 in totale, 123 in più. Si conferma preoccupante la situazione in Lombardia, dove si sono registrati quasi 2.500 nuovi casi in un giorno.
Coronavirus/Cronaca Gioia Tauro, scoperti in un centro di analisi 900 falsi kit per diagnosticare la malattia
Novecento falsi kit per diagnosticare il Coronavirus, privi di autorizzazione e certificazione delle autorità sanitarie, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza in un centro di analisi biochimiche di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria. I kit venivano venduti on line su un sito web a ignari cittadini che pensavano di aver trovato in rete la possibilità di effettuare da soli i test per il virus. La Guardia di Finanza è riuscita però ad intervenire prima che partisse la spedizione del materiale. Il Centro di analisi è stato individuato dai finanzieri di Reggio Calabria e Gioia Tauro nell’ambito dei controlli scattati in tutta Italia per individuare chi approfitta dell’emergenza per truffare sia i cittadini sia le stesse amministrazioni. I kit scoperti – scrive l’Ansa – non avevano né la validazione delle autorità sanitarie nazionali né la certificazione Ce: alcuni erano già stati pagati dai cittadini con un bonifico. Vendere a “cittadini ignari e impauriti dispositivi per i quali non è provata in alcun modo l’efficacia – dice la Gdf – pone in serio pericolo la salute e l’incolumità pubblica”, considerato che “l’eventuale responso di negatività del test, avrebbe potuto consegnare ‘patenti’ di estraneità al contagio a soggetti” che, invece, “avrebbero potuto contribuire alla diffusione del virus”. Al titolare del Laboratorio di analisi è stata contestata la violazione della specifica fattispecie prevista dalle direttive CE, punita con la sanzione amministrativa da 21.400 a 128.400 euro.