“La processione delle Palme cancellata. La Messa crismale sarà celebrata a Gerusalemme verso la solennità di Pentecoste. Per il Triduo pasquale criterio generale è la ferma volontà che si eviti la proliferazione mediatica di celebrazioni individuali o personalizzate. Preferibile che vi sia un minimo di coordinamento, organizzazione e unità almeno all’interno dei singoli vicariati e che si eviti la dispersione. Il Sabato Santo alla sera in tutte le chiese, anche laddove non si celebra, si suonino le campane nell’orario previsto per la celebrazione della liturgia vigilare concordata dal Vicariato, così da invitare tutti ad un momento unitario di preghiera”. Sono alcune delle indicazioni pastorali per la celebrazione della prossima Settimana Santa a seguito delle restrizioni a causa del Covid-19, diffuse nella serata del 26 marzo dall’amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa. Indicazioni che fanno proprie quelle contenute in diversi decreti tra cui quelli della Congregazione per il culto divino del 25 marzo scorso, della Congregazione per le Chiese orientali e della Penitenzieria apostolica (19 marzo) circa il sacramento della confessione e quello sulle indulgenze per i malati di Covid-19.
“Il cuore della Settimana Santa – scrive mons. Pizzaballa – è al Santo Sepolcro. In seguito alle restrizioni decise dalle autorità civili, le celebrazioni al Santo Sepolcro, tuttavia, saranno necessariamente ridotte. Oltre alle limitazioni legate al Coronavirus, anche le limitazioni imposte dallo Status Quo non sono di aiuto pastoralmente per molte delle nostre comunità parrocchiali e religiose. Naturalmente non si rinuncia in alcun modo alla celebrazione del Triduo nel nostro Luogo più sacro, ma non potranno essere di riferimento pratico per gran parte della diocesi”. Per questa ragione, spiega l’amministratore apostolico, dalla chiesa concattedrale del Patriarcato sarà celebrato tutto il Triduo Sacro in arabo, animato da alcuni seminaristi e trasmesso in diretta streaming per tutta la diocesi dal Christian Media Center. La Cancelleria invierà a tempo debito i dettagli pratici e gli orari delle celebrazioni”. Circa la Domenica delle Palme, la cui processione di fatto non avrà luogo, mons. Pizzaballa chiede a “tutti i parroci di fare il possibile per mettere a disposizione dei loro fedeli i rami di ulivo precedentemente benedetti e anche bottigliette di acqua santa, che i fedeli possano portare a casa”. Per la Messa crismale, che “non ha senso celebrare senza la presenza dei sacerdoti della diocesi, essa sarà celebrata a Gerusalemme verso la solennità di Pentecoste, quando speriamo le restrizioni saranno rimosse o comunque ridotte sufficientemente da poter celebrare. Sarà anche l’occasione pubblica ed ufficiale di ripresa delle attività pastorali e sarà bello che tutta la Chiesa si ritrovi quel giorno unita. Seguirà a suo tempo la comunicazione di data e luogo”. Per i tridui nelle parrocchie, considerata la complessità delle diverse lingue e dei due calendari, giuliano e gregoriano, la ferma volontà è “evitare la proliferazione mediatica di celebrazioni individuali o personalizzate e dunque una babele di celebrazioni diverse trasmesse attraverso i media. Meglio cercare di mantenere un minimo di unità”. “Non si può assistere a celebrazioni in streaming registrate, quindi non si invitino i fedeli ad assistere a celebrazioni se non in diretta”, annota l’amministratore apostolico. Per le parrocchie di lingua araba con il calendario gregoriano, per quelle con il calendario giuliano, per le chiese della zona pastorale di Ramallah, di Galilea, del Vicariato di Giordania e di Cipro per le parrocchie e comunità non di lingua araba, per il Vicariato ebraico di San Giacomo e per quello per i migranti la parola d’ordine è “coordinamento”.
Le indicazioni del Patriarcato, inoltre, sottolineano l’importanza della preghiera in famiglia e a tale scopo mons. Pizzaballa invita i vari Vicariati e gli uffici diocesani preposti, “a preparare sussidi per aiutare le famiglie a pregare di nuovo insieme in casa. Molti ormai non sanno più pregare insieme e credo che sia importante aiutare le famiglie a riprendere questa bella tradizione”. “Ripeto ancora e insisto: è bene avere trasmissione in diretta, perché questo aiuta moltissimo. Ma è ancora più importante pregare in famiglia”. Le comunità religiose che hanno la disponibilità di un sacerdote, “possono celebrare il Triduo normalmente”, diversamente “seguano una celebrazione attraverso i media. Il superiore o la superiora, a seconda dei casi, organizzi una preghiera liturgica per la rispettiva comunità, con facoltà di distribuire la comunione, almeno il Giovedì Santo”. Ai sacerdoti viene data la possibilità di “celebrare individualmente e in via del tutto eccezionale il Giovedì Santo. Quando non possono celebrare, preghino con la Liturgia delle Ore e l’adorazione al SS. Sacramento”. Per la confessione si rimanda alle indicazioni della Penitenzieria Apostolica. In particolare, “le confessioni individuali, se le circostanze esterne non lo consentono, sono da evitare in questo momento. Si invitino i fedeli ad un sincero atto di contrizione, con l’impegno di confessarsi sacramentalmente ad un sacerdote non appena questo sarà possibile”.