“L’economia civile ha tutte le ricette per affrontare le sfide globali. Più che debito pubblico ora per l’Europa servono i Coronavirusbond e più solidarietà”. Non ha dubbi l’economista Leonardo Becchetti. In un’intervista pubblicata sul sito del settimanale diocesano di Vittorio Veneto, “L’Azione”, Becchetti commenta la spaccatura tra Italia-Spagna e Unione europea sulla gestione della crisi Covid creatasi al Consiglio europeo di ieri e spiega: “La drammatica pandemia del Coronavirus è uno choc temporaneo (speriamo non troppo lungo), simmetrico (le curve non sincrone del contagio nei Paesi europei sono praticamente sovrapponibili) e non dipendente dalla negligenza nella condotta delle politiche economiche dei singoli Paesi”, ma “le euromisure già varate non bastano per affrontare la crisi, soprattutto per l’Italia”. L’approccio più corretto sarebbe allora quello di “evitare che lo choc del coronavirus aumenti i debiti nazionali. Ci sono da questo punto di vista tre alternative: una è l’elicopter drop of money, soldi che la Banca centrale mette direttamente sul conto di cittadini e imprese; poi c’è l’acquisto di titoli da parte della Banca centrale dell’extradebito prodotto dalla crisi; e infine la possibilità dell’emissione di Coronavirusbond da parte dell’Unione europea”.
Secondo l’esperto, “è in periodi straordinari che maturano le grandi scelte. La crisi del Covid-19 è straordinariamente grave e deve farci fare il passo in avanti decisivo per la condivisione tra Paesi membri di rischi che, anche quando colpiscono in modo diverso singoli Stati, comunque ci trovano tutti vulnerabili e interdipendenti. Se il passo non ci sarà per miopi calcoli e scriteriati sgambetti, il problema non sarà di alcuni Stati ma di tutti. Se l’Unione europea non saprà essere solidale, verrà svuotata nei suoi principi costitutivi”.