“Le celebrazioni delle Comunità greco-ortodossa, latina, armena continueranno regolarmente, anche se per motivi di sicurezza e allo scopo di evitare il rischio di diffusione dell’infezione Covid-19, il numero dei partecipanti alle celebrazioni sarà limitata a poche persone e la basilica sarà accessibile solo durante le liturgie”. È quanto hanno stabilito i capi delle tre Comunità cristiane residenti nella basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, i patriarchi greco-ortodosso e armeno di Gerusalemme, Teofilo III e Nourhan Manougian, e il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. In una nota congiunta, diffusa poco fa nella Città Santa e pervenuta al Sir, i tre firmatari assicurano che “le preghiere all’interno della basilica proseguiranno con maggiore intensità. Pregheremo per chiedere al Padre Celeste la fine della pandemia, la guarigione dei malati, la protezione del personale medico, la saggezza per i pastori e i governanti e la salvezza eterna per coloro che hanno perso la vita. Eleviamo questa preghiera – conclude la nota – proprio dal luogo in cui Gesù Cristo, con la sua morte sul Calvario e con la sua risurrezione dal Sepolcro dopo tre giorni, ha sconfitto il male, il peccato e la morte”.
Come riferito il 25 marzo dal Sir, nel pomeriggio di ieri la polizia israeliana ha disposto la chiusura della basilica del Santo Sepolcro, una delle tante misure adottate per contenere la pandemia del Coronavirus che in Israele ha provocato, sino a ieri, 5 morti e oltre 2.100 contagiati. Migliaia le persone in quarantena, moltissimi sono delle Forze Armate. Le nuove misure in vigore per almeno una settimana prevedono forti restrizioni alla mobilità. Dunque tutti devono restare a casa o sostare brevemente nei paraggi, a non più di 100 metri dalla propria abitazione; è possibile uscire solo per comprovati motivi, tra questi il lavoro, fare la spesa, acquistare medicine o sottoporsi a trattamenti medici, donare il sangue. Lo scorso 21 marzo gli stessi capi delle Chiese della basilica del Santo Sepolcro – il custode di Terra Santa, il patriarca armeno di Gerusalemme e quello greco-ortodosso – avevano disposto alcune misure precauzionali da tenere in basilica, come non formare gruppi superiori alle dieci persone; mantenere una distanza minima di due metri gli uni dagli altri; evitare ogni forma di devozione espressa con il contatto fisico, come baciare o accarezzare pietre, abiti, icone.
Questa mattina, alle ore 12.30 (11.30 italiane), presso il municipio di Gerusalemme avrà luogo una preghiera comune contro il Coronavirus Covid-19. Sono attesi i leader delle tre religioni abramitiche – cristiani, ebrei e musulmani – e con loro anche rappresentanti di altre fedi come Drusi e Bahai. L’iniziativa è del sindaco della Città Santa, Moshe Lion. Come riferito al Sir dal custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, “ogni religione reciterà una preghiera secondo la propria tradizione. Come capi delle comunità cristiane faremo anche noi una preghiera, probabilmente il Padre Nostro, ciascuno nella lingua del proprio rito. Sarà un momento significativo nel quale tutti i figli di Abramo invocheranno il Dio unico e onnipotente perché cessi la pandemia”.