Dalla scorsa notte tutta l’India è in “lockdown” (in isolamento totale) per 21 giorni per provare a contenere il contagio da coronavirus. Anche la Chiesa cattolica in India, una minoranza di 17 milioni di fedeli (su 1 miliardo e 300 milioni di abitanti) aderisce con convinzione alle iniziative del governo e partecipa oggi, 25 marzo, alla preghiera mondiale indetta dal Papa. Nei giorni scorsi il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale dell’India, ha inviato un video messaggio e poi una lettera ai fedeli avvisando di aver sospeso tutte le messe nell’arcidiocesi e invitando a partecipare ogni giorno alle celebrazioni in live streaming su YouTube o sulle tv cattoliche locali. Le chiese rimangono aperte poche ore al giorno per coloro che vogliono pregare in silenzio. “Il mio consiglio è: state a casa ed evitate di socializzare”, suggerisce il card. Gracias: “Tenete gli occhi aperti per rendervi conto di coloro che hanno bisogno di aiuto perché nessuno si occupa di loro. Usate telefono e mail per tenervi in contatto con gli ultimi e i dimenticati”. “Il governo – aggiunge – sta facendo un lavoro lodevole. Per favore collaboriamo con loro”. L’arcivescovo di Mumbai conclude auspicando “che si torni presto alla normalità”.