Nello stare lontani si può comunque essere vicini; la quarantena aiuta a riflettere sull’importanza delle relazioni umane e su come l’isolamento rappresenti un ostacolo difficile da affrontare per ognuno, ancora di più per chi l’ha vissuto sulla propria pelle. Il presidente internazionale di Special Olympics, Tim Shriver, ha parlato ieri ai membri dei programmi nazionali di 193 Paesi nel mondo, inviando messaggi di sostegno ed incoraggiamento agli oltre 5 milioni di atleti che attraverso lo sport da quell’isolamento erano usciti trovando una nuova ragione di vita. Un’azione comune che mette in evidenza l’importanza di mantenere oggi una distanza fisica ma non emotiva e sociale. Per questo, si legge in un comunicato, “tutti i programmi si sono attivati, quello italiano guidato dal presidente Angelo Moratti in primis, promuovendo programmi di allenamento, forniti dai tecnici nazionali, e consigli sulla salute da esperti in materia. C’è la volontà in tutto il movimento di mantenere, soprattutto in un momento delicato come questo, alta l’attenzione verso le tematiche legate all’inclusione sociale per ripartire, quanto prima, con nuove forze e nuove consapevolezze”. Dopo avere affrontato il mare, la neve, e ostacoli di ogni genere, tra cui le “difficoltà personali” e “le difficoltà di una società a comprendere che il valore di ognuno va oltre l’apparenza”, si legge ancora nel comunicato, “siamo volati in alto, quando dicevano che era impossibile. Si, perché si pensava che le persone con disabilità intellettive non potessero seguire le regole, che non potessero comprendere il significato di una gara e che fossero troppo scoordinati per poter gareggiare con successo. Tutto questo, lo abbiamo fatto stando insieme, lottando insieme. Anche adesso che siamo lontani continueremo a lottare nell’unico modo che conosciamo: insieme”.