Senza fiori e piante sono a rischio 200mila posti di lavoro in uno dei settori più belli e amati del Made in Italy dove sono impegnate 27mila imprese che ora si trovano in gravissime difficoltà con il divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali ma anche per il blocco della mobilità e la chiusura dei negozi. È Coldiretti a lanciare l’allarme sulle difficoltà provocate dall’emergenza Coronavirus al settore florovivaistico dove l’Italia ha svolto fino ad ora un ruolo di leader nel mondo con il record per le esportazioni florovivaistiche che nel 2019 hanno raggiunto ben 904 milioni di euro di piante, fiori e fronde, dirette soprattutto in Francia (188 milioni di euro), Germania (159 milioni di euro) e l’Olanda (153 milioni di euro). Quasi un miliardo di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai in Italia dove – riferisce Coldiretti – sono crollati acquisti di fiori recisi, fronde e fiori in vaso, produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l’export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini. Nel pieno rispetto di tutte le disposizioni sulle restrizioni per contenere il contagio i vivai sono chiusi al pubblico ma continuano a lavorare al loro interno per garantire la massima qualità di piante e fiori italiani e gli agricoltori che gestiscono i vivai di Coldiretti si stanno organizzando per consegne a domicilio, con contatti per telefono o mail. Il settore ha bisogno di misure urgenti e il presidente Ettore Prandini ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per evidenziare le drammatiche conseguenza per un settore importante del Made in Italy che vale 2,5 miliardi di euro e che senza interventi specifici di sostegno rischia di essere completamente cancellato.