Dal suo avvio, tra il 25 e il 26 marzo 2015, la guerra in Yemen ha causato il logorio e, in alcuni casi, la distruzione delle infrastrutture di gestione dell’acqua, interrompendo l’approvvigionamento idrico di milioni di persone. Una circostanza che pesa, oggi, sulla salute delle comunità yemenite: i civili rischiano, sempre più, di contrarre malattie legate al cattivo utilizzo di acqua non sicura e vivono, ancora, lo spettro del colera. A cinque anni dall’inizio delle ostilità, 19,7 milioni di persone, inoltre, non hanno accesso a un’adeguata assistenza sanitaria e, oltre la metà della popolazione, sta vivendo una situazione di grave incertezza sul fronte alimentare. Lo denuncia oggi Azione contro la fame, che lavora in Yemen dal 2012, quotidianamente, a fianco delle popolazioni locali con l’obiettivo di fornire un supporto concreto per ripristinare le reti idriche e monitorare la qualità dell’acqua. I team di Azione contro la fame hanno constatato “una elevata mortalità tra i bambini sotto i cinque anni, oltre che il precario stato nutrizionale dell’intera popolazione. 7 milioni di persone, in Yemen, sono malnutrite; tra di loro due milioni di bambini, ovvero un bambino su cinque. Non sorprende, in questo scenario, che il Paese abbia dovuto affrontare la peggiore epidemia di colera che il mondo abbia conosciuto, con 1,7 milioni di persone colpite e quasi 3.500 morti dal 2016”. Il crollo dei servizi idrici e igienico-sanitari ha indotto il Paese a dipendere dagli aiuti umanitari. 4 milioni di persone, oggi, fanno riferimento all’approvvigionamento idrico fornito dalle autocisterne. Azione contro la fame supporta dieci istituti sanitari con una serie di servizi che hanno a che fare anche con il trattamento della malnutrizione acuta grave e della malnutrizione acuta moderata. L’organizzazione distribuisce kit di igiene agli sfollati con un approccio integrato e inclusivo e gestisce programmi nei governatorati settentrionali di Al-Hodeida e Hajjah, nonché in quelli di Aden, Abyan e Lahij, nel Sud del Paese. Nelle sue cinque sedi (Sana’a, al-Hodeida, Aden, Hajjah e al-Jhojha), i team sono in prima linea per alleviare la sofferenza causata dal malnutrizione.