“In questo tempo, in cui tutti siamo costretti a vivere una Quaresima particolare rimanendo nelle proprie case, anch’io passo in rassegna i miei cinquant’anni di sacerdozio, dieci dei quali vissuti in mezzo a voi”. È un passaggio della lettera che il vescovo Luigi Marrucci scrive alla Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia nel giorno del suo 75° compleanno. Il presule informa che, come previsto dal Codice di diritto canonico, can. 401 §1, ha rimesso il suo mandato pastorale nelle mani del Santo Padre. Il Papa, come prassi, ha accolto con la classica formula, che la Congregazione dei vescovi, per il tramite della Nunziatura apostolica, gli ha rimesso: “Il Santo Padre ha accettato la rinuncia con la formula nunc pro tunc nel senso che il presule rimanga al governo della sede fino alla nomina del successore”. “Per il lavoro compiuto insieme, ringrazio il Signore e chiedo allo Spirito Santo di fecondarlo con la sua grazia perché porti frutti sempre più abbondanti”, prosegue mons. Marrucci. “Il primo pensiero – scrive – va ai miei predecessori che hanno seminato con perseveranza e passione perché noi raccogliessimo i frutti delle loro fatiche, ma nello stesso tempo siamo invitati a seminare e a lavorare anche noi nella vigna del Signore”. E poi, rivolgendosi alla comunità: “Ho avvertito, in questi anni di episcopato, la vicinanza di tantissimi fedeli e la fraternità dei miei sacerdoti che ringrazio per la loro obbedienza e per la loro disponibilità a servire la Chiesa. Ai fedeli laici grazie per la corresponsabilità nel promuovere un laicato sempre più maturo, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II”.