“Tenendo conto delle raccomandazioni del governo di Mosca e nella consapevolezza che è richiesto a tutti noi nello spirito di sacrificio e di amore reciproco di fare un altro passo, sono arrivato alla decisione di sospendere tutti i servizi liturgici pubblici a Mosca e San Pietroburgo fino al 9 aprile”. Lo ha scritto in una lettera all’arcidiocesi mons. Paolo Pezzi. La sospensione vale solo per le due grandi città, mentre nelle altre parrocchie le celebrazioni potranno continuare “solo se il numero di persone nella chiesa non supera le 30 persone, la distanza tra loro non è inferiore a 2 metri e se tutti i partecipanti utilizzano dispositivi di protezione individuale”. “Comprendo molto bene”, continua l’arcivescovo “che le misure che sto adottando, e che potrebbero non essere le ultime, potrebbero essere fraintese, generare imbarazzo o addirittura indignazione”. Ma a muovere a queste decisioni è “solo la preoccupazione per il benessere dei figli della Chiesa”. Mons. Pezzi però sottolinea che “la santa messa non viene cancellata, le chiese non chiudono” perché le messe che i sacerdoti celebreranno in privato “saranno per il bene della gente”. “La vicinanza e la comunione spirituale tra noi sono più forti, più profonde di quella fisica” e “la presenza spirituale di Cristo che accompagna la nostra vita è reale”. Anche nelle altre tre diocesi russe, i vescovi hanno scritto ai fedeli e introdotto alcune misure precauzionali da seguire durante le celebrazioni. Secondo fonti stampa, nella Federazione finora i casi registrati di Covid-19 sono 438 e un decesso.