In Islanda ci sono 588 casi confermati di Covid-19, 14 dei quali ospedalizzati. 6.816 le persone in quarantena; 36 quelle guarite. Il governo ha introdotto da oggi nuove misure restrittive che si applicano anche alla vita della Chiesa e così il vescovo David Tencer ha scritto una lettera alla diocesi per dire che “vogliamo seguire tutte le regole nel miglior modo possibile”. “Tutte le messe pubbliche saranno cancellate fino al 13 aprile”, il che significa che “i sacerdoti celebrano solo messe private e pregano per le persone nelle nostre parrocchie e in tutto il mondo”. Le chiese però restano aperte per la preghiera personale, per confessioni o per ricevere l’Eucaristia. Il vescovo chiede ai fedeli di “rimanere in contatto con Dio e la sua Chiesa il più possibile” e se si assiste alla messa on line è utile fare “tutto come se fossimo in Chiesa, cioè pregare, inginocchiarsi, alzarsi in piedi, e specialmente pregare nel momento della santa Comunione”. E poi precisa: “Cucinare o passare l’aspirapolvere in quel momento non va bene, ma sono sicuro che tutti lo capiscono”. Il vescovo dice anche la sua contrarietà rispetto a chi pensa che “questa è la punizione di Dio”. È invece un “momento di grazia, che Dio ci dà per guarirci”, come recita una preghiera del breviario.