I diritti sociali dei bambini, delle famiglie e dei migranti sono in pericolo in Europa: lo evidenzia oggi il Comitato europeo dei diritti sociali (Ecrs) del Consiglio d’Europa che ha pubblicato le relazioni riguardo la conformità con la Carta sociale europea in 37 Paesi. Riguardo ai 7 articoli messi sotto la lente, su 896 conclusioni si registrano 289 casi di non conformità, 453 casi di conformità e 154 rinvii, vale a dire casi non valutati per mancanza di informazioni. Negativo il quadro per quel che riguarda il lavoro minorile e la protezione dei minori da ogni forma di violenza, abuso e sfruttamento. Ma “sempre più preoccupato” si è dichiarato il Comitato per il trattamento dei minori in migrazione irregolare, che siano accompagnati o meno, e per i richiedenti asilo, in particolare riguardo alla possibilità di accesso a un alloggio adeguato e sicuro. Dal Comitato anche un richiamo all’obbligo degli Stati firmatari della Carta di adottare tutte le misure appropriate e necessarie per combattere e sradicare la povertà infantile e l’esclusione sociale, così come la discriminazione di genere e la protezione dei diritti delle donne lavoratrici durante la maternità. Molti casi di “non conformità” evidenziati riguardano le misure per combattere la violenza domestica.
Rom, senzatetto, apolidi sono altri gruppi sociali ancora esclusi da politiche sociali adeguate. “La crisi Covid-19 è un brutale promemoria dell’importanza di garantire progressi duraturi nel godimento dei diritti sociali, in particolare attraverso lo sviluppo di servizi di sanità pubblica universali”, ha sottolineato Giuseppe Palmisano, presidente dell’Ecrs. “È fondamentale che la Carta sociale europea sia utilizzata per modellare e analizzare” le misure prese durante questa crisi, perché siano “conformi ai diritti umani, sia a breve che a lungo termine”.