“La storia della tenebra straziante che stanno sperimentando tanti malati, le loro famiglie e coloro che li curano, la nostra Nazione che conta i suoi morti e il mondo intero, è vista da Dio, è sotto il Suo sguardo. E mentre ci sentiamo abbandonati, soli, con tanta difficoltà a vivere e a sperare, vogliamo lasciarci avvolgere da questo sguardo. Uno sguardo che oggi il Vangelo ci invita a cogliere come sanante”. Lo ha detto l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, nell’omelia della messa celebrata ieri sera, a Roma, nella cappella all’Ordinariato e trasmessa in streaming dalla pagina Facebook dell’Omi. Commentando il passo del Vangelo della guarigione del cieco, l’arcivescovo castrense ha ricordato che “Dio vede le ferite devastanti provocate in tanti modi dal Coronavirus, la sofferenza delle famiglie, l’angoscia dei bambini, la solitudine di tanti anziani e vede anche la dedizione assoluta e commovente di chi è in prima linea da medico, da infermiere, da operatore sanitario, e lavora strenuamente, fino a quel dono della vita per il quale voi militari siete sempre pronti. Vede l’impegno di chi porta avanti la ricerca scientifica – penso ad esempio ai nostri laboratori farmaceutici – o la generosità esemplare di tanti volontari, come la Croce Rossa e le Infermiere volontarie. Vede la coscienza di quanti, in ambito istituzionale, prendono decisioni importanti per il Paese o l’abnegazione di chi opera in missioni estere. Vede la serietà di chi effettua controlli di sicurezza nelle città o di chi trasporta malati e persone in difficoltà; vede il coraggio e l’amore di voi chiamati a guidare i mezzi militari che portano via le salme – le immagini di quanto accaduto a Bergamo resteranno indelebili negli occhi del mondo – e vi dona forza per poter essere voi a vegliare nell’ultimo viaggio questi Suoi figli, che a nessuno dei loro cari è concesso di accompagnare e che li strazia, gli lacera il cuore”. L’arcivescovo ha espresso la certezza che “dopo il tunnel buio di questa pandemia, vedremo tutti la luce, una luce nuova, che prima non conoscevamo, come non la conosceva il cieco nato; crediamo che rinasceremo come nuove persone e come umanità nuova. Quanto ‘essenziale’ questi giorni ci stanno insegnando! Quanti gesti di solidarietà sembrano, nel buio, luci timide di un’aurora che presagisce questa rinascita!”. “Grazie, militari carissimi, grazie uomini e donne in divisa per quanto fate, per ciò che siete, per come vi donate! Sentite con forza – ha concluso – il grazie della nostra Chiesa, il grazie della gente, il grazie stesso di Dio che, con voi, può accompagnare molti”. Al termine della messa, mons. Marcianò ha recitato una preghiera da lui composta, consegnandola alla diocesi castrense “perché possa essere diffusa e recitata durante questo periodo di sofferenza dalla comunità militare”.