Coronavirus Covid-19: mons. Tani (Urbino), “sappiamo che il Signore non ci lascia soli in questa difficoltà, rimaniamo nelle sue mani”

“Siamo entrati nella primavera e nel cammino quaresimale siamo giunti alla Domenica che è chiamata da sempre ‘Domenica Laetare’, cioè ‘Rallegrati’ (la veste liturgica è di colore rosaceo). Tutto questo sembra in grande contrasto con quanto stiamo vivendo in questo tempo di grande preoccupazione e timore, per non dire paura. Preoccupazione per noi che, penso, nella grande maggioranza stiamo fisicamente bene. Se poi pensiamo alle tante famiglie in lutto, se pensiamo ai malati che combattono con la malattia, a coloro che, soli vanno verso la morte; se pensiamo a tutti gli operatori sanitari che con grande impegno e fatica (e coraggio) lavorano negli ospedali, allora ci rendiamo conto che le nostre paure tutto sommato non sono paragonabili a quello che loro vivono. Ma non è certo questo il motivo per rallegrarci”. Lo scrive l’arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, mons. Giovanni Tani, nella sua terza lettera “in tempo di coronavirus”. Per il presule “siamo provocati a scavare in profondità e a trovare ciò che, comunque vada, rimane sempre il fondamento della nostra speranza e quindi della nostra gioia”, che per i credenti è “la fede”. Ma, precisa mons. Tani, “la fede non è solo una cosa che si ha o non si ha. È anche una cosa che, da piccola e debole, è chiamata a crescere per diventare più grande e robusta; e questo avviene nelle varie vicende della vita”. L’arcivescovo evidenzia: “Ogni circostanza ci pone dinnanzi a una duplice possibilità: o quella di affidarci a Dio come a un Padre; o quella di cedere al pensiero che lui è distante e non si interessa di noi. Se anche noi cristiani ci diciamo e ci auguriamo: ‘Andrà tutto bene’, non è perché incrociamo le dita e ci affidiamo alla buona sorte; ma è perché sappiamo che il Signore non ci lascia soli in questa difficoltà e, comunque vada, rimaniamo sempre nelle sue mani”.

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